Armamento

Armi individuali

Le truppe austro-ungariche erano armate con il fucile Mannlicher Gewehr M1895 calibro 8 x 50 mm. Si trattava  di un’arma a ripetizione ordinaria, ad otturatore cilindrico, scorrevole e caricamento multiplo, con serbatoio centrale, fisso, capace di 5 cartucce confezionate in pacchetti trattenute da lastrine di caricamento monouso.  Sulla canna del fucile poteva essere innestata una lanterna per le marce notturne (zagslanterne).

Il fucile era, inoltre, corredato da una sciabola-baionetta che, negli ultimi mesi di guerra assunse una forma semplificata, tale da renderla inadatta all’utilizzo senza fucile (baionetta ersatz).

Il Deutsche Alpenkorps era armato con il fucile Mauser Gewehr 1898 calibro 8 mm, arma a ripetizione ordinaria, ad otturatore cilindrico, scorrevole e caricamento multiplo, con serbatoio centrale, fisso, capace di 5 cartucce confezionate in pacchetti trattenute da lastrine di caricamento monouso, ma  poteva essere caricato anche con cartucce sciolte.

Come pistola di ordinanza era stata adottata l’ automatica Roth-Steyr mod. 1907, cal. 8 mm a 9 colpi, che,  però, fu successivamente ritenuta inadatta alle nuove condizioni belliche e sostituita con la pistola automatica Steyr mod. 1912, cal. 9 mm a 8 colpi.

Armi di squadra

Nelle postazioni fisse, all’interno delle fortificazioni, veniva utilizzata l’antiquata mitragliatrice Skoda M1893 cal. 8 mm ad alimentazione verticale (a tramoggia), che permetteva una cadenza di tiro fra i 200 e i 500 colpi/minuto.

Sul fronte fassano furono utilizzate anche mitragliatrici Maxim mod. 1910, che, per la presenza dell’affusto Sokolov, erano di verosimile preda bellica russa.  Quest’arma, raffreddata ad acqua, era capace di sparare 300 colpi/minuto.

La mitragliatrice standard dell’esercito austro-ungarico era, però, la Schwarzlose mod. 1907/12, cal. 8 mm; raffreddata ad acqua, era alimentata con nastri in tela da 250 cartucce. Nonostante la cadenza di tiro non particolarmente elevata (400/480 colpi/minuto) era un’arma estremamente efficiente che non si inceppava quasi mai.

Bombe a mano

Venivano distinte in:

- difensive, con raggio d’azione superiore a 20 metri (Zeitzunder-handgranate, Rohr-handgranate, ...), obbligavano il lanciatore a ripararsi dietro un ostacolo per proteggersi dalle schegge.

- offensive, ad alta carica e raggio d’azione di circa 10 metri, consentivano al lanciatore di colpire l’avversario senza riportare danni personali (Stielhandgranate); talvolta venivano confezionate con materiale di recupero come la bomba  “a spazzola”, formata da una scatoletta di alluminio ripiena di esplosivo legata ad un manico di legno mediante filo spinato.

Una bomba particolare era la Rollergranade o Rollbombe, un ordigno di forma sferica del peso fino a 70 kg che, dopo l’accensione della miccia, veniva fatta rotolare lungo i pendii, verso le postazioni nemiche. A causa dell’innesco rudimentale spesso tali bombe rimanevano inesplose. 

È conosciuto l’utilizzo di questi ordigni sul Padon ed alcuni esemplari sono conservati al Museo della Grande Guerra di Passo Fedaia.