Articolo 92…

18 Giugno 1915.


Gli alpini del 7° Reggimento alpini “Val Cordevole” occupano il Passo delle Cirelle a quota 2686.

Il giorno seguente, un Alpino di 23 anni, Angelo De Battista, nato in Germania, si procurava lesioni volontarie alla mano destra simulando una caduta (anche se dalle testimonianze di alcuni commilitoni, non si poteva escludere l’incidente); ricoverato e medicato, ritornava in prima linea.

Il giorno 3 agosto, mentre si trovava di vedetta sulla Costabella, in faccia al nemico, si sparava un colpo di fucile contro l’indice della stessa mano spappolandoselo e rendendosi, così, inabile al servizio in prima linea.

L’alpino veniva arrestato, processato dal Tribunale Militare di Guerra del IX Corpo d’Armata riunitosi ad Agordo, e condannato alla pena di morte col mezzo della fucilazione nel petto, essendo stato ritenuto colpevole “del reato a lui ascritto di codardia per essersi sottratto alla necessaria difesa in faccia al nemico, col mezzo della mutilazione volontaria”.


Questa fu la prima condanna a morte pronunciata da un Tribunale Militare Italiano durante il Primo Conflitto Mondiale. Una settimana più tardi, veniva emessa dal Comando Supremo questa circolare: “Deve ogni soldato essere certo di trovare, all’occorrenza, nel superiore od il fratello od il padre, ma anche deve essere convinto che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi”, quindi “ognuno deve sapere che chi tenti ignominiosamente di arrendersi o retrocedere, sarà raggiunto prima che si infami dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti e da quella dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia stato freddato da quello dell’ufficiale”.

Al termine del conflitto, i soldati passati per le armi furono 141; a questi vanno aggiunti quanti furono sottoposti ad esecuzione sommaria in prima linea per evitare sbandamenti o ripiegamenti.