Carlo Delcroix
Carlo Delcroix nacque a Firenze il 22 agosto 1896.
Convinto interventista, frequentò la Scuola Allievi Ufficiali di Modena dalla quale uscì nel febbraio del 1916 con il grado di aspirante ufficiale.
Assegnato per il servizio di prima nomina presso il 3° reggimento bersaglieri, nel settore Marmolada - Col di Lana, venne promosso sottotenente e trasferito presso la 17ª Divisione, prendendo parte alle battaglie per la conquista del monte Sief e della Mesolina e distinguendosi nell'assalto ai bastioni del Sasso di Mezzodì (Padon). Nei mesi seguenti ebbe il comando dapprima di una sezione lanciabombe e, poi, di una sezione speciale dotata di mitragliatrici Schwarzlose catturate al nemico nei mesi precedenti.
Nei primi mesi del 1917 fu assegnato alle dipendenze del Comando di Reggimento, con l’incarico di dirigere gli urgentissimi lavori di sgombero delle valanghe dalle vie di comunicazione del fronte della Marmolada. Il compito assegnatogli fu svolto con tale celerità da consentirgli di assumere nuovamente il comando di una sezione di pistole mitragliatrici Villar Perosa nelle trincee del monte Mesola.
Dopo la promozione a tenente, venne incaricato di istruire i neocostituiti reparti di arditi "Fiamme verdi" al lancio delle bombe a mano, a Malga Ciapela.
L’ 11 marzo, mentre stava eseguendo con un gruppetto di arditi un’esercitazione presso il vallone che fungeva da poligono, iniziò una forte nevicata che costrinse a sospendere l’addestramento. Il giorno seguente, un bersagliere che scendeva dalle prime linee, passando attraverso il poligono, che non era delimitato da alcun cartello di pericolo e non era stato bonificato dagli artificieri, perì a seguito dello scoppio un ordigno inesploso sotto la neve.
Delcroix si sentì direttamente responsabile dell’ accaduto e diede ordine immediato agli artificieri di provvedere alla bonifica dell’area. In un secondo tempo, dopo aver fatto allontanare tutti, si mise a bonificare egli stesso il poligono: per tutto il pomeriggio lavorò nella neve facendo brillare gli ordigni inesplosi; giunta la sera raccolse un petardo offensivo con la fettuccia di sicurezza ancora inserita per gettarlo nel sottostante torrente Pettorina, ma l’ordigno gli esplose fra le mani.
Lo scoppio dilaniò il tenente Delcroix causandogli la perdita degli occhi e di entrambe le mani, oltre a multiple ferite al corpo causate da centinaia di schegge. Immediatamente soccorso dall’ufficiale medico tenente Ravazzoni, che liberò le vie aeree e suturò le gravi ferite sull petto e sulle braccia, seppure in gravissime condizioni, riuscì a sopravvivere.
Per l’ abnegazione al dovere dimostrata nello sminare personalmente il poligono gli fu conferita la Medaglia d’ Argento al Valor Militare.
Trascorse gli ultimi mesi della guerra, prodigandosi nell’attività propagandistica a favore delle Forze Armate.
Nel dopoguerra fu tra i fondatori dell’ Associazioni Mutilati ed Invalidi di Guerra diventandone il presidente nel 1924.
Delcroix si spense il 25 ottobre 1977.