Peppino Garibaldi
Peppino Garibaldi, figlio di Ricciotti Garibaldi e nipote dell’”Eroe dei Due Mondi”, nasce South Yarra - Melbourne (Australia) il 29 luglio del 1879.
Fin da giovane, affina le sue doti strategiche prendendo parte a diversi conflitti locali nei Balcani, in Sud-Africa, in Venezuela e, nuovamente in Grecia.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si reca a Parigi, dove organizza, insieme ai fratelli, la Legione Garibaldina, un corpo di volontari italiani inquadrato nella Legione Straniera. Questo contingente, al comando di Peppino Garibaldi, al quale il governo francese ha nel frattempo attribuito il grado di Tenente Colonnello, viene inviato nelle Argonne dove si impegna valorosamente in ripetuti attacchi, nei quali perdono la vita i fratelli Bruno e Costante. La Legione Garibaldina viene sciolta nel marzo del 1915, decimata dai numerosi combattimenti.
All'entrata in guerra dell'Italia, Peppino Garibaldi, arruolato nella brigata "Alpi", si distingue per temerarietà e attitudine al comando, prendendo parte nell’autunno del 1915 agli attacchi contro il Col di Lana.
Nel luglio del 1916, Garibaldi viene nominato comandante del sottosettore della Valle di San Pellegrino, conducendo operazioni contro le postazioni austriache di Cima Bocche, del Monte Cauriòl e del Colbricon e, nel settore di Fassa, contro il Col Ombert e il Sasso di Mezzodì.
Nell’agosto 1917, viene promosso comandante della brigata Alpi che, in ottobre, dopo lo sfondamento del fronte, contrasta l'avanzata austriaca in Val Cordevole, fino ad attestarsi sul Piave.
Nell’aprile 1918, su decisione del Comandi Supremo viene inviato sul fronte francese alla testa della brigata Alpi, che viene inquadrata nel II Corpo d’Armata.
Al termine del conflitto, Peppino Garibaldi, nominato generale, ma, ostile al regime fascista, rinuncia alla carriera militare e si trasferisce a New York, conducendo vita riservata. Rientra in Italia nel 1940 e, nel 1943, viene arrestato dai tedeschi e incarcerato a Regina Coeli.
Dopo la liberazione, conduce vita riservata in compagnia della moglie e muore a Roma il 19 maggio 1950 all'età di 71 anni.