Marmolada
Gran Poz
Sul versante settentrionale della Marmolada si trova un vasto pianoro che ospitava un villaggio di baracche che rappresentava il più importante centro di smistamento dei rifornimenti destinati alle postazioni in quota in Marmolada e che giungevano tramite teleferica da Pian Trevisan. La posizione appariva sicura ai comandi austriaci in quanto defilata dal tiro diretto degli italiani.
Le abbondantissime nevicate che fin dall’autunno del 1916 interessarono tutto l’arco alpino fecero crescere in maniera preoccupante il manto nevoso, tanto che il capitano Leo Handl propose di trasferire all’interno della “Città di Ghiaccio” la guarnigione dislocata al Gran Poz. Tale richiesta fu, però, respinta dai comandi austriaci.
Il 12 dicembre 1916, dopo una settimana di nevicate copiose, la temperatura iniziò a crescere ed iniziò a piovere; all’alba una massa nevosa stimata in più di duecentomila metri cubi si staccò da Punta Rocca e si abbatté su Gran Poz seppellendo nel sonno trecento soldati. Lo spostamento d’aria fu così violento da scagliare una baracca ed i suoi occupanti a più di un chilometro di distanza. I soccorritori riuscirono ad estrarre vivi cinquanta uomini, gli ultimi dei quali a ben cinque giorni dall’evento.
ITINERARIO
Dal Museo della Grande Guerra di Passo Fedaia, superata la stazione della bidonvia per Pian dei Fiacconi si imbocca il sentiero n° 619 e ci si dirige verso il vasto ripiano boschivo della “ciamorciàa”. Si percorre una stretta gola diffusamente incisa dai fenomeni di erosione dell’acqua di disgelo (le cosiddette “marmitte dei giganti”). Si prosegue tenendosi sulla destra fino a raggiungere un altro ripiano erboso dove sono ancora evidenti i resti dei baraccamenti. In particolare si trova una cucina in muratura in buono stato di conservazione e i basamenti dei baraccamento con i loro ancoraggi. Si prosegue su tracce di sentiero militare fino a raggiungere alcune cenge attrezzate con fune metallica e passerelle di legno fino a raggiungere la forcella del Col de Bous.
Soldati austriaci scavano nella neve dopo la valanga del Gran Poz (13-12-1916)
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